Il Presbiterio (II^parte)
Uscendo dalla sacrestia, sfiorando le mezze porte in castagno scure e guardando a destra lungo la parete che un tempo era occupata dalla sedilia (1), quasi in corrispondenza dell'altare monumentale, troviamo due piccole nicchie sovrapposte: i ricettacoli. Quello più in alto è chiuso da una sportello in legno con scritte in oro “O.O./S.S.”e conteneva gli Oli Santi usati per battesimi, unzioni e cresime; sotto, il più piccolo, è aperto ed era il luogo dove venivano riposti gli orcioli per l’acqua ed il vino.
Sulla parete opposta, accanto alla porta che introduce al campanile, un altro piccolo ricettacolo ornato da una cornice in stucco e marmo con striature rosse e bianche, conteneva, presumibilmente, le Reliquie della S. Croce, come si può dedurre dalle lettere dipinte in oro sull’esterno dell’anta di chiusura: “ R S C”. Sopra le porte che introducono alla sacrestia ed al campanile, per nascondere l’intonaco staccato e le cornici vuote che ospitavano i quadri di S.Anna e della Sacra Famiglia, negli ultimi tempi erano stati collocati due dipinti su cui sono rappresentati rispettivamente : La deposizione e La flagellazione di Gesù.(2)
Durante i recenti lavori di rimozione del pavimento del presbiterio, in corrispondenza della seduta del celebrante, sono state rinvenute quattro pietre dalla forma e dimensioni di una piastrella quadrata con incastonate delle reliquie. Le pietre erano inglobate nelle mense degli altari: maggiore, S.Eurosia e Madonna del Rosario dal tempo della loro consacrazione e furono rimosse durante i lavori di smantellamento degli altari tradizionali nel 1974.
A metà dell’arco che separa la volta del presbiterio dalla conca del coro, pende ancora una piccola carrucola in ferro battuto che un tempo serviva per sostenere, nella liturgia ambrosiana, il padiglione o moschetto (3). Un triangolo di stoffa dei vari colori liturgici che faceva da sfondo all’altare nascondendo il coro; appeso al vertice ad una corona in legno dorato, era tenuto aperto da due ganci fissati al muri dell’abside. Durante il venerdì santo veniva sciolto in modo da avvolgere tutto l’altare disadorno: una scenografia impressionante che, per l’immaginazione di bambino con la veste da chierichetto seduto sulla panca appoggiata alla balaustra, ricordava Baldassarre, il re dei Magi, in piedi davanti alla grotta del presepe.
Lorenzo Carabelli 10 -2013
1) Panca con schienale in legno scuro che serviva come seduta per il clero officiante.
2)I dipinti non sono di grande valore, ma la storia del loro reperimento ha dell'interessante. Per il quadro della Flagellazione, Don Franco raccontava di averlo notato una mattina dalla finestra della sua camera quand'era nella parrocchia di S.Pio X a Milano sul camion della spazzatura. Di essere sceso correndo e di averlo comprato dai netturbini per diecimila lire. Il quadro della deposizione fu invece donato da un antiquario, dopo varie sollecitazioni, in ricordo della moglie.
3) Caduto in disuso dopo il concilio Vaticano II.