Storia - Chiesa di San Vittore

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Storia

INQUADRAMENTO STORICO
Gran parte della ricostruzione storica si è basata su resoconti di visite pastorali
custodite nell’archivio parrocchiale e nell’archivio Diocesano, ed in parte
da un testo pubblicato dal Comune di Buguggiate.
Non è mai stato scritto un tracciato storico ordinato degli avvenimenti.
Probabilmente in origine l’edificio sacro dedicato a S. Vittore Martire era un
oratorio del quale non è nota la data di costruzione, in seguito assunto a
pieve.
Viene consacrata parrocchia nel 1554 da S. Carlo Borromeo; risulta infatti
da un documento dell’archivio parrocchiale che S. Carlo nel libro dei decreti
delle Pieve di Varese nell’anno 1567 e 1574, stabilì la “primizia” che dovevano
dare gli abitanti al loro parroco.
Il 19 settembre 1597 il reverendo Aurelio Amodio, delegato dal Cardinale
Carlo Borromeo, compie una visita pastorale a Buguggiate e descrive la
chiesa con poche pretese architettoniche.
Le prime notizie sulla torre campanaria si hanno nel 1600, quando la chiesa
parrocchiale riceve una nuova campana da un certo Nicolao de Lorena.
Una successiva visita pastorale del 1610 descrive l’edificio della chiesa ad
una sola navata, senza cappelle laterali. Rileva l’assenza di un tabernacolo e
di numerosi arredi sacri; inoltre viene descritta la casa parrocchiale angusta
e scomoda e viene richiesta la costruzione di altre due stanze.
Sempre nel 1610 un incendio distrugge alcune case, fra cui quella parrocchiale,
che verrà successivamente ricostruita.
Altre due visite pastorali, quella del Cardinale Ippolito Perabò del 1615, e
l’altra del Cardinale Cesare Monti del 1639, continuano a trovare mancanze
e difetti alla chiesa.
Nel 1711 vengono aggiunte le due cappelle laterali e l’impianto dell’edificio
assume una pianta a croce greca. Si risale alla loro costruzione da una visita
pastorale del 1918. L’anno successivo, nel 1712 viene delegato a benedire i
due nuovi altari il teologo di Varese don Angelo Maria Maderno assistito da
altri due sacerdoti.
Nell’archivio di S. Vittore in Varese si rintraccia una dichiarazione del parroco
Don Carlo Chiesa del 1755. E’ una minuziosa esposizione dello stato della
parrocchia.
Inizia con la descrizione di oggetti all’interno della chiesa, segue un lungo
elenco delle Sante reliquie, custodite in un apposito armadio in sagrestia;
parla di un battistero esposto a sud, a forma quadrata con un fornice in cemento
chiuso da un cancello.
Descrive inoltre la casa parrocchiale a due piani dove vi sono tenuti i registri
delle nascite, dei matrimoni e delle morti.
Durante il 1817 sono menzionate riparazioni al tetto della chiesa.
Nel 1831 la chiesa viene dotata di un nuovo altare maggiore in marmo,in
sostituzione dell’antico in legno.
In una seduta comunale del 1860, viene approvata una sovrimposta di due
centesimi per formare un fondo cassa per un nuovo orologio da montare sul
campanile,mentre l’anno successivo decidono di innalzarlo.
Nel 1881, viene rifatto il pavimento in piastrelle di cemento nella zona degli
altari e nel mezzo della navata.
Tra il 1912 e il 1925 la chiesa viene ampliata di un terzo e di quest’ultimo
intervento esiste una copia del progetto originale.
Con l’ampliamento la chiesa assume una pianta a “croce latina” ad una sola
navata con tre altari: l’altare maggiore e i due laterali. Quello in “corum epistolae”
è dedicato a S. Eurosia, l’altro in “corum Evangeli” è dedicato alla
Madonna del S.S. Rosario.
In quegli anni le pareti interne e la volta della chiesa vengono interamente
dipinte ed affrescate.
Negli anni ’60 vengono eseguiti una serie di importanti restauri. Viene demolita
la casa parrocchiale addossata al muro della chiesa a tramontana e
smantellata la cancellata che divideva la stessa dal sagrato, vengono sostituite
le tre campane esistenti con cinque nuove campane, mentre al suo
interno viene rifatta la pavimentazione in palladiana arabescata con fasce
nere. Nella zona dell’altare maggiore, del leggio e del sedile del celebrante
viene posata una pedana in cemento rivestita con tessuto di moquette.
Nella seconda metà degli anni’ 70, si smantella il recinto del santuario, formato
da una balaustra con colonnine di marmo, recuperate in parte e ricollocate
sulla parete della navata centrale.
La stessa sorte tocca al pulpito ottocentesco e con pittura vengono coperte
le decorazioni di tutte le lesene e di parte delle facciate interne fino all’altezza
della trabeazione. Per far posto ai fedeli, il vecchio battistero posto a sinistra,
subito dopo l’ingresso, con l’acquasantiera posta all’altro lato, vengono
anch’essi smantellati. L’acquasantiera verrà poi collocata nel recinto dell’altare
di S. Eurosia.
Sempre in quegli anni viene ricostruita la bussola e restaurato il portone di
ingresso.
In tutta la zona del sagrato, compresa l’area cortilizia antistante l’oratorio,
viene sostituita la vecchia pavimentazione in ghiaietto con asfalto.
La fine dei lavori interni avviene nel 1974; il restauro della facciata si è concluso
l’anno successivo.
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